Giustizia Caffè

Meloni: “Magistratura onoraria, tema che va affrontato”

Magistratura onoraria e auspicabili cambiamenti dopo che la premier Meloni, nella sua conferenza stampa di fine anno, ha detto che va affrontato il tema dei magistrati onorari, che finora non hanno avuto diritti commisurati alle responsabilità…… Collegamento con Raimondo Orrù, Presidente Federmot (Federazione magistrati onorari di Tribunale), Giuseppe Santalucia, Presidente Anm, Eugenio Albamonte, magistrato del gruppo di Area, Paolo Valerio, vice procuratore onorario di Roma

Intervento dell’On. Andrea Delmastro

Allego un abstract della dichiarazione resa dal Sottosegretario alla Giustizia, On. Andrea Delmastro, nel corso di un incontro sotto la sede del Ministero con altri operatori della Giustizia riunitisi a Via Arenula per sollecitare la proroga dei propri incarichi.

Fa piacere rilevare che il Sottosegretario non ha perso il piacere di scendere in piazza vicino ai manifestanti che rivendicano i propri diritti e che continua ad avere a cuore e a promuovere – anche in contesti che non ci riguardano direttamente – le sorti della Magistratura Onoraria, attestandone pubblicamente il rilievo istituzionale.

Raimondo Orru’

La Presidente Meloni cita la Magistratura onoraria nella conferenza di fine anno . ”

Giorgia Meloni ha aggiunto un piccolo nuovo primato alla sequenza di quelli conseguiti sino ad oggi (primo capo del governo donna e mamma, primo leader politico donna del partito di maggioranza relativa, prima capo di governo italiano che parla tre lingue oltre alla propria).

Giorgia Meloni, da oggi, infatti, è anche il primo capo di governo ad aver citato la magistratura onoraria che, da questo momento, ha smesso di essere un ectoplasma ignoto alla politica che conta, quella di Palazzo Chigi.

E lo ha fatto per anticipare che nei prossimi mesi la categoria sarà oggetto di una riforma che confido possa soddisfare i principi imposti dalla nostra Costituzione e dai superiori vincoli unionali.

La posizione politica del Capo del Governo credo costituisca un definitivo punto di caduta rispetto alle polemiche che hanno accompagnato anche nella nostra categoria le prime ore del nuovo Esecutivo.

Va da sé che le riforme si commentano quando sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale. Adesso però lasciate lavorare serenamente chi ha confidato e benevolmente cospirato perché fosse questa la posizione politica del Presidente del Consiglio e concentriamoci sui contenuti, che dovranno essere coerenti con i sacrifici passati e con i vincoli costituzionali e politici che definiscono, nell’ambito delle rispettive prerogative, le funzioni della magistratura onoraria e di quella di ruolo . 🇮🇹💪

Raimondo Orru’

Corte di Giustizia Europea Sentenza UX C-658-18 sullo stato giuridico dei Giudici di Pace

La pronuncia, che vi allego, esitata nella giornata odierna dalla Corte di Giustizia UE su richiesta di un giudice di pace italiano chiamato a decidere, sulla domanda giudiziale di un proprio collega, in ordine al riconoscimento a quest’ultimo del diritto alle ferie, ha stabilito che il giudice di pace italiano può essere considerato un lavoratore a tempo determinato avente diritto alle ferie.

Si tratta di una pronuncia che segna il superamento della pretesa tradizionalmente sostenuta dalle giurisdizioni superiori italiane di ancorare il disconoscimento delle predette qualifiche e del predetto diritto alle ferie alla formale qualificazione onoraria del rapporto di servizio.

In linea con i principi propri del diritto unionale, che prescinde dai formalismi giuridici propri degli ordinamenti nazionali, allorché inconferenti con le situazioni giuridiche sostanziali riconosciute dalle fonti sovranazionali, la Corte demanda poi al giudice remittente la verifica di fatto degli elementi costitutivi del rapporto di lavoro a tempo determinato con diritto alle ferie, siano essi positivi (comparabilità della situazione fattuale a quella di un magistrato ordinario, con erogazione di prestazioni reali ed effettive, verso riconoscimento di una indennità avente carattere remunerativo) o negativi (assenza di una connotazione marginale o accessoria della prestazione).

Va da sé, benché la Corte non lo dica, trattandosi di questione non devolutagli dal giudice nazionale, che la riconducibilità del rapporto intercorrente con lo Stato Italiano nell’alveo del rapporto lavoro, implica l’applicabilità delle tutele accordate dal diritto sovranazionale in caso di abusivo ricorso all’inquadramento a tempo determinato, con conseguente opportunità di conseguire un risarcimento per equivalente (non imponendo, il diritto unionale, il risarcimento in forma specifica mediante conversione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro).

Il prossimo passo è quello di attendere la ulteriori pronunce incidentali della Corte, stimolata dalle ordinanze di rimessione prevenutegli dal Presidente della Sezione Lavoro di Vicenza e dal Tar di Bologna, riguardanti il più generale assetto ordinamentale precario della Magistratura Onoraria di Tribunale, che vanta ulteriori elementi a sostegno delle proprie rivendicazioni, condividendo le competenze, anche collegiali della magistratura di ruolo.

Raimondo Orru’

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