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Guido Alpa (Presidente C.N.F.) sul D.L. varato dal Governo
OGGETTO: Decreto legge recante misure per l’efficienza del sistema giudiziario e la definizione del contenzioso civile; richiesta di incontro urgente.
E’ doloroso e umiliante constatare che il Ministero promuova l’adozione di regole in via d’urgenza riguardanti non questioni minute, ma l’esercizio della giurisdizione e l’accesso alla giustizia dei cittadini senza un confronto con gli operatori di giustizia, con gli avvocati e con la loro rappresentanza istituzionale e neppure avverta l’esigenza di comunicare le misure che si intendono introdurre, per verificare se coloro che per norma costituzionale e legge del Parlamento hanno il ministero di difesa abbiano contezza delle nuove disposizioni. Sono pertanto a chiederLe la cortesia di fissare al più presto possibile un incontro con il Consiglio Nazionale Forense e con i rappresentanti dei 26 Ordini forensi distrettuali e con l’Organismo Unitario dell’Avvocatura al fine di ripristinare condizioni minime di dialogo e di interlocuzione ufficiale, data la delicatezza dei temi coinvolti. Sulla base delle notizie di stampa, e dei testi che sono comunque filtrati all’esterno, e che pertanto, come in passato, ci arrivano da fonti diverse da quelle del Suo dicastero, debbo segnalarLe alcune forti criticità. Suscita
soprattutto sconcerto la reintroduzione dell’istituto della mediazione
obbligatoria in un decreto legge, dopo che la Consulta ha pronunziato
la illegittimità costituzionale di tale disciplina. A parte i dubbi
sulla scelta di una fonte emergenziale in una materia coperta da riserva
assoluta di legge, Le segnalo che la sentenza della Corte costituzionale
ha provocato la caducazione della intera pregressa normativa per eccesso
di delega, ritenendo assorbiti e non infondati gli altri possibili vizi:
si tratta dunque di profili di illegittimità che permangono, dei
quali la Corte non si è occupata solo perché sotto il profilo
logico giuridico della disamina delle questioni di legittimità
costituzionale riguardano il merito della disciplina. Quanto
alle altre misure sulla giustizia civile, il reclutamento di magistrati
onorari per le Corti d’appello – con norme peraltro non coordinate
con le altre già vigenti in materia di magistrati onorari - non
risolverà ovviamente i problemi di sovraccarico delle istanze giudiziarie
di primo grado. Perché non si ripeta l’infelice esperienza
delle c.d. “sezioni stralcio”, oltretutto, occorrerebbe prevedere
criteri di selezione rigorosi, fondati su una seria valutazione delle
competenze giuridiche degli aspiranti “giudici”, ed anche
dell’ expertise maturata da ciascuno. Persino sulle norme in materia di esame di abilitazione alla professione di avvocato si interviene senza ascoltare l’Istituzione forense: sembra che il decreto incida anche sull’art. 47, comma 1 del nuovo ordinamento forense appena entrato in vigore (legge 247/2012), prevedendo che le commissioni per l’esame di Stato non siano più composte, per la componente relativa alla magistratura, di magistrati in pensione: per effetto del decreto le commissioni avranno solo “di regola” magistrati in pensione ma potranno avere anche magistrati in servizio, il che è effettivamente incomprensibile se si pensa che la stessa normativa recluta magistrati onorari in forme straordinarie, sulla base del presupposto della sproporzione tra la mole del contenzioso e i numeri dei magistrati in servizio. Il Parlamento, solo poche settimane fa, aveva varato la diversa previsione contenuta nella riforma forense proprio per evitare che risorse preziose fossero distolte dal servizio attivo nella magistratura giudicante e requirente. Da
ultimo, mi preme sottolineare un ulteriore aspetto critico del decreto
che non si cura della funzione sussidiaria dell’avvocato rispetto
alla possibile devoluzione di funzioni di tipo “paragiurisdizionale”.
L’Avvocatura ha proposto di introdurre la negoziazione assistita, la translatio judicii ai procedimenti arbitrali, e altre misure per deflazionare il carico pendente, ma non ha mai avuto risposte dal Ministero. Il
proposito dell’Avvocatura è di partecipare all’amministrazione
della giustizia, non di esserne esclusa. Grato
per l’attenzione e restando in attesa di conoscere le Sue determinazioni,
porgo molti cordiali saluti.
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